Il Giardino
L’hortus conclusus in un convento era un giardino recintato, un luogo di pace e contemplazione in cui i monaci trovavano armonia spirituale attraverso la natura. Qui si coltivavano piante aromatiche e officinali, utilizzate per scopi medicinali e per curare i pellegrini e i bisognosi. Questo spazio rappresentava un rifugio sacro, simbolo del paradiso terrestre, dove la bellezza e la serenità della natura favorivano la meditazione.
L’attuale giardino che guarda verso la campagna circostante corrisponde all’antico hortus conclusus, lo spazio verde chiuso entro le mura un tempo presente in tutti i conventi di qualsiasi ordine monastico, perché era quel luogo di delizie popolato da alberi e fiori dove i monaci si ritiravano per carpire, attraverso l’armonia della natura, l’aura divina.
Un angolo dell’orto era destinato ad Hortus simplicium dove coltivare piante aromatiche e officinali da cui trarre i principi attivi per tinture, sciroppi e medicamenti, preparati secondo la tradizione popolare, per curare i bisognosi e i pellegrini in cammino sulla via Francigena. Le erbe venivano essiccate e conservate al buio dentro degli armadi nei locali chiamati “officina” (da qui l’attuale dicitura piante officinali).
L’area dell’antico giardino dovrebbe corrispondere a quella attuale, non estesa ma sufficiente per soddisfare le esigenze conventuali che, comunque, per sostentarsi e per il commercio usufruivano dei prodotti dei loro poderi.