Si tratta della più antica croce astile della raccolta museale, documentata sin dalla fine del XV secolo, che presenta ai fedeli la natura divina e umana del Salvatore: la vittoria sulla morte e la speranza della resurrezione con la figura a tutto tondo del Christus triumphans nella faccia anteriore, con sui bracci laterali raffigurati ad incisione Maria e Giovanni Evangelista dolenti, accompagnati in alto da un angelo e in basso il monte Calvario con il corpo di Cristo avvolto nel sudario; il dolore dell’uomo condotto alla morte attraverso il martirio il Christus patiens, raffigurato ad incisione nel verso posteriore con i simboli degli Evangelisti nei terminali della croce.
Comunemente creduta prodotta da una bottega vicina a quella renana di Ruggero di Helmershausen, monaco benedettino fra i più grandi orafi transalpini, nuovi studi suggeriscono cautela su tale attribuzione per via del nutrito nucleo di Croci, simili per iconografia e caratteristiche tecniche, individuate in vari luoghi della Toscana centro-orientale. La proposta più aggiornata è che si tratti di un manufatto prodotto intorno al terzo quarto del XII secolo all’interno di una bottega toscana, partecipe al rinnovamento delle arti grazie alla mescolanza di popoli e di stili.