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Pentittico “Madonna col bambino tra i Santi”, 1357ca

Puccio di Simone (notizie 1346 -1362ca)

Pentittico Madonna col Bambino tra santi, 1357ca

Tempera su tavola, 144 x 191 cm; provenienza: Chiesa di san Giovanni Battista in Jerusalem a san Donnino

Madonna col Bambino tra le sante Lucia e Caterina d’Alessandria e i santi Antonio abate, Nicola, Giovanni Battista e Francesco, 1357ca

Il pentittico raffigura nello scomparto centrale la Madonna col Bambino accompagnati dalle sante Lucia con la lanterna accesa e Caterina d’Alessandria con la ruota dentata, attributo che rimanda al suo martirio. La Vergine, seduta frontalmente su di un trono ricoperto da un drappo rosso carminio arabescato, è colta mentre guarda amorevolmente il Figlio, indicandolo con l’indice della mano destra. Il Bambino stringe nella mano sinistra un cardellino, allusivo al suo prossimo martirio, mentre con la destra trattiene appena la veste della Vergine, a segnare il loro rapporto affettivo. Negli scomparti laterali sono raffigurati i santi Antonio abate con il cinghialino e il tau, molto venerato dai pellegrini afflitti da piaghe per il lungo cammino, Nicola da Bari, Giovanni Battista vestito da pelli di cammello a sancire il rapporto politico del territorio di Certaldo con Firenze e, infine, Francesco con il saio marrone. Nelle cuspidi sono raffigurati al centro Cristo benedicente, affiancato da quattro Profeti. Lungo la parte inferiore della cornice si conservano frammenti di un’iscrizione ormai quasi del tutto perduta, della quale restano leggibili al centro i numeri romani “MCCC”, 1357 secondo il Carrocci, data che effettivamente coincide con quella riportata nell’altare ove si trovava il pentittico, in cui si notano tracce dello stemma dei Belforti di Petrognano.

Si deve a Richard Offner (1947) l’attribuzione dell’opera al cosiddetto Maestro dell’Altare di Fabriano, identificato poi da Roberto Longhi con Puccio di Simone, allievo prima e collaboratore dopo di Bernardo Daddi, elegante divulgatore della cultura fiorentina post giottesca. A marcare la distanza stilistica con il maestro, fu il soggiorno di Puccio a Fabriano accanto ad Allegretto Nuzi, insieme al quale maturò un linguaggio più marcatamente gotico che si esprime nelle sue opere fiorentine eseguite immediatamente dopo il suo rientro a Firenze entro il 1357, data che coincide con l’esecuzione del polittico di Petrognano dove gotiche sono le figure lunghe e sottili, quasi sospese nello spazio, in particolare la figura di sant’Antonio emula quella del trittico della National Gallery di Washington dell’amico fabrianese.

Sin dall’inizio del Novecento gli studiosi denunciavano il cattivo stato di conservazione del polittico a causa delle pessime condizioni conservative e delle frequenti ridipinture e puliture subite in passato, con l’impiego di sostanze talmente aggressive che hanno impoverito molto la superficie pittorica, tuttora molto rovinata nonostante i restauri effettuati nel 1998 e nel 2000.

Opera esposta presso la Pinacoteca del Museo d’Arte Sacra del Convento degli Agostiniani

Apertura invernale:
lunedì-domenica, 10-13/14.30-17.30, chiuso il martedì (dal 1/10 al 31/10)
lunedì-venerdì 10-13/14.30-16.30, chiuso il martedì; sabato, domenica e festivi 10-13/14.30-17.30 (dal 1/11 al 31/03)
Apertura estiva:
lunedì-domenica, 10-13/14.30-19 (dal 1/4 al 30/9)

Piazza San Iacopo e Filippo 2,
Certaldo, Firenze – Italy

Convento degli Agostiniani Certaldo
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